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Buona lettura!

domenica 22 maggio 2011

I Rinnegati. Parte IV

Lentamente dischiuse la mano, mentre una luce bianca e pura filtrava dagli spazi tra le dita e gocce di sangue le correvano lungo il polso. All’estremità di ogni dito le unghie si erano allungate a dismisura, diventando lunghe e ricurve come quelle di un lupo, fino a lacerare la carne del palmo, che ora era costellata da piccole stelle rosse e scure.
All’improvviso la ragazza si voltò. Era tornato. Dalle ombre scure ai piedi degli alberi balzò il cacciatore, talmente veloce da confondersi con le stelle. Troppo veloce. Rigel lo sentì arrivare, percepì il suo odore pungente nell’aria mentre si avventava su di lei. Si lasciò cadere a terra mentre una fitta al cuore le toglieva il fiato. Chiuse gli occhi, incapace di reagire. Ma il dolore non arrivò. Al suo posto un rantolo rabbioso e un ululato cupo e intenso. Lentamente aprì gli occhi, incredula.
Un uomo con indosso una lunga tunica nera troneggiava su di lei, le mani rivolte verso il cacciatore steso a terra. Era morto?. In quel momento l’uomo si voltò, abbassandosi sulle ginocchia per raggiungerla. La ragazza trattenne il fiato. Portava la maschera del leone.  Che significava? Non ne aveva mai vista una simile, ma sapeva che i maghi degli altri paesi portavano altri animali.
<< Stai bene? >> La sua voce era bassa e melodiosa. Le tese la mano e lei notò che vi erano incisi sopra simboli e disegni con inchiostri rossi e neri. Magie? Rituali? L’afferrò e lui la tirò su, sorreggendola.
<< Chi sei?>> Che stupida. Neanche lo aveva ringraziato.
<< Il tuo salvatore?>> Rise. Non sembrava affatto preoccupato o scosso dall’evento. Rigel cercò il suo sguardo lui lo distolse quasi subito, chinandosi a raccogliere alcune cose che le erano scivolate di tasca quando si era buttata in terra. La tunica che all’inizio le era sembrata nera in realtà brillava di un blu cupo ornato da striature dorate. Una stoffa costosa. La ragazza lanciò un occhiata furtiva al lupo e l’uomo se ne accorse
<< L’ho stordito. Non è morto.>> la rassicurò << Non avrei mai..>> La frase rimase sospesa nell’aria gelida, mentre lui si rialzava stringendo tra le mani la sua maschera del lupo. Alzò lo sguardo, incredulo.
<< L’hai rubata?>> Il suo tono si era fatto gelido, aveva perso ogni musicalità. << Rispondi.>> Intimò.
Rigel rimase in silenzio, troppo spaventata per aprire bocca. Cosa avrebbe pensato un mago davanti alla sua scelta? L’avrebbe approvata? O più probabilmente disdegnata?
<< Rispondi!>> Ripetè, stavolta più forte. Il lupo emise un verso stridulo.
<< Io…no…>> Balbettò.
<< Sei un assassina? Una ladra?>> A ogni parola la voce saliva. << L’hai rubata da un accampamento? Hai ucciso chi la portava?>>
<< No!...non l’ho rubata!>>
<< Allora come fai ad averla? >> Ormai il suo sguardo avrebbe dato fuoco al ghiaccio. << Come?>>
La ragazza indietreggiò, spaventata << E’ mia.>> sussurrò.
L’uomo si adirò << Bugiarda! Solo i cacciatori la portano e tu chiaramente non lo sei!>> Urlò nella notte.
Rigel abbassò la testa e chiuse gli occhi. Le spalle fiere ed orgogliose si abbassarono.
<< No, non lo sono.>> ammise. << Ma lo sono stata.>>



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